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Il questo periodo storico una delle tante sfide che ci sono state imposte dalla Industria 4.0 è quella della digitalizzazione aziendale. Diverse aziende ancor oggi fanno fatica ad abbracciare e soprattutto gestire la tecnologia nei processi aziendali, questo nonostante l’aspetto tecnologico sia ormai un pilastro fondamentale per l’esistenza stessa di tutte le aziende.

C’è bisogno di un cambio di rotta all’interno delle aziende, che oltre ad acquisire nuove figure professionali deve anche dotarsi di strumenti opportuni. Le imprese “vecchio stampo” in questo processo industriale hanno vita breve.

Quando parliamo di “processo di digitalizzazione”, infatti, non ci riferiamo al banale invio di un’e-mail invece del solito volantino porta a porta, ma a tutta una serie di processi innovativi che si adattano alle esigenze delle imprese che rendono quest’ultime più veloci ed efficienti sotto molti punti di vista.

Ecco cosa troverai in questo articolo

Il ruolo della digitalizzazione aziendale

In un mercato sempre più competitivo e caratterizzato da cambiamenti continui, la digitalizzazione si rivela importante soprattutto per le piccole e medie aziende. L’azienda deve essere in grado di offrire un servizio/prodotto che renda i consumatori contenti, e in questa chiave la tempistica e l’ottimizzazione giocano un ruolo fondamentale nel mercato odierno. L’importanza della digitalizzazione è stata compresa fortunatamente negli ultimi anni da molti imprenditori italiani.

Le agevolazioni statali sulla digitalizzazione (le misure inerenti la digital trasformation) hanno aiutato molte imprese in questo processo di trasformazione. Conoscere il processo di digitalizzazione, quali sono i vantaggi tangibili e le agevolazioni a disposizione è un primo grande passo per poter operare un cambiamento veloce ed efficiente.

Che cos'è la digitalizzazione aziendale

Per molti imprenditori vuol dire convertire i documenti cartacei in file elettronici: in tanti si illudono che digitalizzare la propria attività significhi questo.

Nella realtà dei fatti il processo di digitalizzazione segue parametri complessi e non di facile comprensione, poiché oltre a richiedere un cambio totale di organizzazione del processo aziendale, si deve sviluppare un cambio di mentalità. Non facile, specie  per le aziende che hanno molti anni di esperienza alle spalle e personale “resistente” al cambiamento. Le strategie utilizzate nei primi anni 2000 non sono più efficienti, riconoscerlo è già di per sé un primo passo nella giusta direzione. Lo dimostra il fatto che ancora oggi molti imprenditori vedono il processo di digitalizzazione non come un investimento ad alto rendimento, ma come una spesa superflua. Aumentare le performance in particolare sul digitale significa sfruttare le opportunità date dalla tecnologia.

Poiché la strategia aziendale e i processi produttivi necessitano di essere rivisti, va da sé che la formazione di professionisti con competenze digitali è il primo passo per sviluppare un processo di riorganizzazione aziendale.

Non solo: il cambiamento deve essere guidato da una figura competente, l’Innovation Manager, che ha il compito di analizzare la situazione aziendale e poi avviare e gestire il processo di trasformazione digitale.

 

digitalizzazione aziendale

Non solo competenze, ma anche strumenti all’avanguardia

La trasformazione digitale prevede l’introduzione di tecnologie capaci di rendere i processi aziendali più fluidi, efficienti e veloci. Non possiamo considerare processi di digitalizzazione quelli inerenti all’uso dello smartphone, del computer oppure dell’indirizzo di posta elettronica.

Per esempio, l’eliminazione della carta stampata dagli uffici aziendali è una delle molte sfide messe in campo dalla trasformazione digitale e dal processo di digitalizzazione delle imprese. Infatti, con l’aiuto di altri dispositivi elettronici tutti i documenti vengono creati, elaborati e archiviati all’interno di computer o più computer (per garantire maggiore sicurezza). La sostituzione applicata da file, cartelle elettroniche e software gestionali opera in modo da non avere più registri cartacei, fogli, faldoni, cartelle e quant’altro in azienda.

Le aziende devono riprogettare la propria comunicazione interna nonché la condivisione e l’archiviazione di informazioni e documenti. Il risultato di questa operazione è una rete aziendale, dove ogni cosa è facilmente accessibile e condivisibile dal singolo computer.

In fondo, basterebbe dare un’occhiata alle scrivanie del personale: quando sono in ordine, senza alcun documento, faldone o altro tipo di stampa cartacea vuol dire che l’azienda sta gestendo tutto tramite computer, per cui il processo di digitalizzazione d’impresa e di trasformazione è molto probabilmente a buon punto.

Digitalizzazione delle PMI: quali sono i vantaggi?

Per le piccole e medie imprese, la digitalizzazione è un processo imprescindibile, se la volontà è quella d’imporsi sul mercato. Occorre gestire capitali in modo più attento e consapevole poiché le risorse sono limitate rispetto a quelle di una grande azienda.

Il processo di digitalizzazione aziendale è capace di portare tanti vantaggi all’impresa la quale in un certo senso può considerarla una spesa necessaria, difatti come già accennato l’eliminazione della carta è una scelta sostenibile e che permette anche di avere un risparmio di denaro e di spazio.

I tempi necessari per raggiungere un risultato si riducono sensibilmente dopo aver definito e assimilato le nuove competenze e gli strumenti digitali. Dopotutto “il tempo è denaro”, quindi sfruttarlo al meglio significa avvantaggiarsi da subito nel processo di trasformazione digitale dell’azienda.

Come digitalizzare l’azienda: le agevolazioni

Il costo per avviare un processo di digitalizzazione aziendale può essere molto elevato per questo motivo il Ministero dello Sviluppo Economico (MiSE) ha sancito una serie di misure economiche per aiutare tutte le imprese in questo processo di trasformazione digitale. Una delle principali agevolazioni porta il nome di “Voucher per consulenza in innovazione” per cui è previsto un supporto finanziario per le imprese che chiedono aiuto alla figura prima citata del “Innovation manager” per rivoluzionare l’organizzazione e la struttura dell’azienda.

È stato creato un albo degli “Innovation Manager” da parte del MiSE per cui le PMI possono scegliere il consulente che meglio si adatta alle proprie necessità. Il tempo di permanenza all’interno dell’azienda da parte della figura di “Innovation Manager” e di un periodo di almeno 9 mesi nel caso in cui la figura venga acquisita tramite voucher. Le risorse stanziate superano i 90 milioni di euro e per il 2020 e 2021 sono previsti ulteriori fondi.

Per avviare il processo di trasformazione digitale il “Voucher per consulenza in innovazione” non è l’unico strumento che le aziende possono utilizzare. Infatti, le regioni hanno avviato programmi di accompagnamento con fondi propri mentre il MiSE ha meso a disposizione anche altri fondi per l’acquisto di macchinari intelligenti. La norma di riferimento è chiamata “Nuova Sabatini”.

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